La Basilica di San Pietro, cuore pulsante della cristianità e patrimonio architettonico inestimabile, entra nel terzo millennio con una veste del tutto inedita: quella digitale. In preparazione al Giubileo del 2025, un imponente progetto di digitalizzazione e restauro ha trasformato la Fabbrica di San Pietro in un cantiere all'avanguardia, dove tradizione e tecnologia si fondono in un equilibrio straordinario. Grazie a un’inedita sinergia tra ingegneria, scienza dei materiali e modellazione digitale, la Basilica non è solo restaurata, ma anche analizzata, monitorata e “duplicata” in un sofisticato gemello digitale.
Dalla scansione alla conoscenza: il rilievo digitale di San Pietro
Il progetto ha preso forma nel 2022, quando la Fabbrica di San Pietro ha incaricato Italferr – società di ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato – di eseguire un rilievo integrale dell’intero complesso. Le operazioni si sono svolte in orari notturni e in momenti di chiusura al pubblico, per non interferire con le attività liturgiche e turistiche.
L'intero processo ha richiesto oltre due mesi di rilievi interni ed esterni, con l’impiego combinato di droni, laser scanner terrestri e persino un pallone aerostatico dotato di fotocamera ad intelligenza artificiale, ideale per rilevare zone inaccessibili come la sommità della cupola. Questo approccio ha prodotto più di 15.000 fotografie e oltre 3,1 terabyte di dati, da cui è stata generata una mesh tridimensionale dettagliatissima della Basilica, con una precisione inferiore al centimetro, in alcuni casi al millimetro.
Un modello digitale vivo e intelligente
Questi dati sono stati elaborati per generare un modello BIM (Building Information Modeling) ad alta definizione, che rappresenta la base del Digital Twin. La differenza tra i due è sostanziale: se il BIM è una rappresentazione tridimensionale informativa usata nella progettazione e gestione, il Digital Twin è un sistema dinamico, capace di dialogare in tempo reale con l’edificio fisico grazie all’integrazione con una rete di sensori IoT.
Questo gemello digitale della Basilica è quindi un’entità “vivente”, in grado di raccogliere dati strutturali e ambientali per supportare analisi predittive, pianificazioni manutentive e strategie di conservazione. L’obiettivo finale è la progettazione di un sistema di monitoraggio strutturale permanente, in grado di rilevare deformazioni, sollecitazioni, fessurazioni e qualsiasi altra anomalia in tempo reale.

Innovazione al servizio del restauro
Parallelamente al rilievo digitale, si è proceduto con un ampio programma di restauro scientifico, mirato a preservare e valorizzare le opere più significative. Il Baldacchino del Bernini, ad esempio, è stato restaurato con tecniche miste come micro-sabbiature a base di gusci di noce, biopuliture batteriche e cere microcristalline. L’intervento ha riportato alla luce dettagli scolpiti invisibili a occhio nudo, come insetti bronzei nascosti nelle volute.
Anche la Cathedra Petri è stata oggetto di un intervento puntuale con microiniezioni di resine e consolidamenti laser, mentre la Pietà di Michelangelo è oggi protetta da una teca in cristallo balistico dotata di sensori climatici per il monitoraggio ambientale continuo.
Ogni restauro è stato pianificato digitalmente, con supporto di simulazioni e analisi derivate direttamente dal modello 3D. Un esempio emblematico è la progettazione del ponteggio per il Baldacchino, studiato digitalmente per evitare interferenze con l’opera stessa e ridurre i rischi per gli operatori.
Un archivio vivente per la cultura del futuro
Il Digital Twin della Basilica non è solo uno strumento di controllo: è un archivio dinamico e interattivo, che racchiude fotografie storiche, analisi dei materiali, dati di degrado e documentazione tecnica. Ogni elemento architettonico è stato modellato come oggetto parametrico, con metadati georeferenziati, creando una mappa tridimensionale del patrimonio, accessibile e continuamente aggiornabile.
Particolarmente innovativa è la digitalizzazione dei graffiti storici lasciati nei secoli dai restauratori precedenti. Oggi, questi segni del tempo sono conservati digitalmente e associati alla loro posizione originale nella struttura, diventando parte integrante della narrazione storica dell’edificio.
Oltre il restauro: un nuovo standard per i beni culturali
Il restauro digitale della Basilica di San Pietro non è solo un esempio virtuoso di innovazione applicata al patrimonio: è un modello replicabile per la gestione sostenibile e intelligente dei beni culturali. Grazie al connubio tra alta ingegneria, tecnologia di rilievo, sensoristica e conservazione scientifica, San Pietro è pronta ad accogliere il futuro restando ancorata alla sua storia millenaria. Un equilibrio tra memoria e innovazione che fa scuola, dentro e fuori le mura vaticane.
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